Il cuore della terra di Don Peppe Diana
ago. 4th | Posted by Dario Lo Scalzo
Continua il nostro viaggio sulle terre confiscate alla camorra del casertano. Dormiamo presso la sede della Cooperativa sociale Agropoli a San Cipriano d’Aversa, che si occupa di attività socio-sanitarie e di progetti di reinserimento lavorativo di persone con handicap fisici e psichici.
Ad un passo c’è Casal di Principe, patria del clan dei casalesi.
Trascorriamo una notte un po’ movimentata.
I nostri coinquilini sono un gruppo di scout di Termini Imerese, in provincia di Palermo, un po’ rumorosi… C’è chi rientra un po’ tardi tra i sacchi a pelo del dormitorio, c’è chi russa molto forte.
Captiamo la loro energia giovanile e la loro volontà di divertirsi insieme, ma anche un senso di responsabilità. Ognuno di loro, infatti, la mattina dopo, risponde all’adunata. Le sveglie suonano alla spicciolata, c’è chi si sveglia a fatica, chi più velocemente, ma il profumo del caffè pronto sul fornellino fa risuscitare anche i “santi”.
Una scena, che si ripete ormai da cinque giorni, dal loro arrivo. I lavoratori assegnati da Raffaella, Peppe e dagli altri soci della cooperativa sono diversi, grazie anche alla rete di collaborazione di realtà annesse (come Eureka) che hanno l’obiettivo di sostenere la cultura della legalità attraverso esperienze di condivisione e di solidarietà. Tra questi: la raccolta delle pesche e i servizi presso i gruppi di convivenza.
Dal nord al sud per il cambiamento
La meta della mattinata è la fattoria sociale didattica Fuori di Zucca. Un bene comune che sorge nell’ex manicomio di Aversa. Ci addentriamo nell’enorme parco. Su luoghi, che in passato sono stati scenario di sofferenza e malattia, c’è un’azienda agricola. Una realtà che propone spazi di sano svago ed educazione e che ogni anno riceve la visita di gruppi scolastici molto consistenti.
Il tempo di montare telecamera e organizzarci e ci “buttiamo” insieme ai ragazzi in mezzo ai campi.
Il sole è cocente, la temperatura molto alta e siamo solo alle dieci di mattina.
Ma non si lamentano questi giovanissimi, che abbassati sulle ginocchia strappano le erbacce dalle piante di melenzane per consentire al frutto della terra di crescere. Le loro mani non sono abituate, ma la terra sembra percepirne il vigore e la freschezza.
Sabina e Valeria mi ricordano il mio passato brianzolo. Provengono da Lissone e Biassono, due comuni in provincia di Monza e Brianza. Sono timide, ma anche pronte a mettersi in gioco. Sono arrivate nel casertano come singole attraverso Libera. Penso a come si siano sentite al loro arrivo, catapultate in un ambiente tanto distante dal loro senza l’appoggio di un gruppo.
Ma l’esperienza per loro è stata bella, la rifarebbero pure domani. Credono che ognuno debba fare piccoli passi concreti per dare a questo paese una possibilità di cambiamento. Non ritengono di stare facendo nulla di speciale, solo un piccolo passo.
I loro sorrisi rendono il sole sopra di noi ancora più splendente.
Tra le melenzane c’è anche Danilo, il capo scout di Termini Imerese, lavora in mezzo ai “suoi ragazzi” – come li chiama -. Da una terra di mafia a una terra di camorra. E’ il tracciato del suo viaggio e di quello dei suoi compagni. Le differenze esistono tra la Sicilia e il casertano. I tempi di evoluzione sono diversi. In Sicilia, probabilmente gli omicidi “illustri”, come quelli di Falcone e Borsellino, hanno fatto scattare un processo di riscatto che, in questi vent’anni, ha camminato con le idee e le gambe di altri uomini. Anche se il lavoro da fare è ancora molto. Ma Danilo pensa che i giovani ne abbiano coscienza e siano pronti a portare avanti il cambiamento.
Nel suo volto volitivo ne leggiamo la convinzione e questo ci riempie di speranza.
“Per amore del mio popolo non tacerò”
Salutiamo tutti li rivedremo in serata, per la conclusione del Festival dell’Impegno Civile.
Decidiamo di fare un salto al cimitero di Casal di Principe. E’ li che è seppellito Don Peppe Diana. Sono passati diciotto anni da quando la camorra lo ha ucciso.
Emancipazione culturale e risveglio delle coscienze erano i capisaldi della sua lotta alla criminalità organizzata.
Il tragitto che facciamo in auto ci apre uno scenario edilizio osceno. Case, una attaccata all’altra, alcune veri e propri bunker dal gusto macabro, circondati da alti muri e da finti capitelli… una Hollywood al limite del pacchiano.
Non sentiamo i battiti di un cuore in questi paesi, dove gli abitanti sembrano essere ben pochi rispetto all’insediamento architettonico. Di sera, le vie “montate” a labirinto sembrano città fantasma.
Il cimitero versa in uno stato di degrado, la spazzatura la fa da padrone. A fatica troviamo la tomba di Don Diana, dopo un’estenuante ricerca sotto il sole. E’ in una piccola cappella bianca di famiglia. All’interno l’altare è apparecchiato, sembra ancora che stia dicendo messa e predicando ai suoi parrocchiani la cultura del valore.
E’ un rapido saluto, ma siamo contenti di averlo fatto.
Un omaggio all’uomo che disse: “Per amore del mio popolo non tacerò”.
Una cucina che ha il sapore della legalità
Lo stomaco si comincia a far sentire. Ci ridirigiamo verso San Cipriano d’Aversa. E’ lì che c’è NCO, Nuova Cucina Organizzata, la trattoria – pizzeria gestita dalla Cooperativa Agropoli. Ed è lì che lavorano anche alcuni dei ragazzi disabili seguiti da questa realtà.
Il ristorante sorge in centro paese. Angelo, responsabile della ristorazione, ci spiega che il futuro non può che essere “legale e qualitativo”. La legalità è il frutto che scaturisce dalla gestione dei beni confiscati, restituiti al bene comune e al sociale. La qualità è legata ai prodotti della terra casertana, i frutti biologici di una terra che sa ancora dare. E’ un principio sano, che sta generando una sorta di nuova economia sociale che fa rete calamitando le forze giovani, vogliose e sane del territorio.
Pasta con pomodori freschi, pomodori in insalata e peperoncini verdi. Ci lecchiamo i baffi.
E’ un sapore genuino quello della legalità.
Il Festival dell’Impegno Civile
Con oggi si chiude anche il Festival dell’Impegno Civile. Una manifestazione itinerante sui territori confiscati durata ben due mesi. I responsabili dell’organizzazione ci hanno dato la possibilità di allestire uno stand per distribuire materiale informativo sul nostro progetto “Ricordare per costruire”, del quale anche il nostro on the road fa parte.
E’ bello vedere il logo di Valorizziamoci svettare dall’alto del roll-up realizzato, come sempre con disponibilità e con la collaborazione dei nostri amici di Gruppo Comunicazione.
E poi ci sono le brochure, le locandine di “Sorrisi, letture e musica”, la serata da dove tutto è scaturito. Le nostre magliette, frutto della grande creatività di Dario, hanno un grande successo. In molti ci chiedono se le vendiamo, ma lo scopo commerciale non lo abbiamo neppure contemplato, abbiamo deciso di realizzarle esclusivamente ad uso di tutta la squadra. Ciascuna rappresenta una tappa di un percorso personale e professionale che non ci aspettavamo… ne siamo estasiati … e pensare che tutto questo solo quattro mesi fa non esisteva. Stentiamo a crederci anche noi.
E l’energia che si creata è contagiosa, si propaga e così da cosa nasce cosa; ne è un esempio il fatto che gli organizzatori del Festival dell’Impegno Civile ci nominano membri della giuria popolare, una gioia imprevista ed un onore per noi. Questa sera si assegnerà il premio finale.
Un cuore che batte
I giovani di Estate Liberi iniziano ad arrivare, anche dagli altri campi.
Rincontriamo i ragazzi delle terre gestite da “Al di là dei sogni” e da “Le terre di Don Peppe Diana”. Invadono il nostro stand perché ormai ci conoscono e sono pronti a caricarsi di materiale. Tante le curiosità, i dettagli che ci vengono chiesti, ci ascoltano con attenzione e rispondo con grandi sorrisi ai nostri racconti appassionati e carichi di entusiasmo.
E’ bello vedere inoltra come sia giunta numerosa la gente del paese, cosa per nulla scontata. Si sta in allegria: musica, cibo, c’è persino il carrettino delle granite… che con il gran caldo è preso d’assalto.
Manca poco… i riflettori si stanno accendendo. La grande avventura del Festival sta finendo… ma ritornerà l’anno prossimo e poi ancora…
Un applauso scrociante saluta l’inizio.
Per qualche minuto, Elena, presentatrice e responsabile del Festival, chiama me e Dario per raccontare del nostro “on the road .. sulle tracce dell’impegno civile”; spieghiamo quello che stiamo facendo… I ragazzi ci seguono con attenzione, sono diventati quasi visi noti per noi, e del resto in questi giorni abbiamo avuto modo di incontrarli, di viverli sui campi di lavoro, di pranzare e cenare con loro e di dormirci accanto. E’ splendido vedere tanti volti giovani non rassegnati… ma è altrettanto meraviglioso sentire battere forte quel cuore che siamo venuti a cercare nel casertano.
Batte forte e la camorra non lo ferma.
E’ il cuore della terra di Don Peppe Diana.
by Mimma Scigliano
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